Il motivo per cui Bibi Graetz ha così tanto Colorino a Vincigliata è una storia divertente. La vecchia originale ricetta del Chianti, includeva solo una parte veramente piccola di Colorino, e una grande percentuale di varietà bianche che rendeva i vini più leggeri. Negli anni 70’una nuova legge Italiana obbligò i produttori ad usare mosto concentrato dalla Sicilia per incrementare il colore e la struttura dei vini. Al padre di Bibi, Gidon Graetz, al tempo non piaceva l’idea di mischiare i suoi vini con altri vini sconosciuti provenienti da alter regioni, e risolse il problema scegliendo una via drastica – piantando interi filari di Colorino – ottenendo così la potenza e la struttura del vino. I grappoli di Balocchi di Colore N°3 sono vendemmiati a mano dalla più vecchia parcella del vigneto di Vincigliata al perfetto livello di maturazione. Dopo la prima selezione nel vigneto, una seconda selezione avviene in cantina prima della diraspatura. A questo punto gli acini di Colorino sono sottoposti a pressature soffice e messi in barrique aperte. La fermentazione è spontanea con lieviti indigeni con 4-5 follature manuali al giorno nel picco della fermentazione, decrescendo lentamente a 2 follature molto leggere solo per mantenere il cappello delle vinacce bagnato. Dopo la fermentazione il vino è spostato in vecchie barrique che hanno più di 20 anni, dove avviene la fermentazione malo-lattica. Il vino è invecchiato per circa due anni prima di essere imbottigliato.

Riguardo l’etichetta: nello spirito dei Balocchi (che in italiano significa “giochi”) Bibi Graetz ha chiesto ai suoi figli di creare le etichette. Per Balocchi di Colore N°3 la terza figlia di Bibi – Ingrid – ha dipinto il disegno.